I monumenti di Roma non possono essere classificati secondo uno stile artistico preciso. Essendo una città fondata nel 753 a.C. ha assistito, per forza di cose, ad una continua evoluzione di stili legati alle diverse epoche storiche. Spesso si dice che Roma è prevalentemente barocca, ma se da un lato tale affermazione potrebbe risultare evidente in molti dei monumenti e strutture architettoniche ancora oggi presenti, potrebbe essere una definizione riduttiva di Roma città eterna.
Bernini e Borromini
Tuttavia nel Seicento il monumentale si fa completamente scenografico, fino alla ricerca dell’eclatante e del bizzarro, ma con grandi valori artistici, grazie all’estro geniale di Carlo Maderno, Pietro da Cortona, Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini. È una città teatro. Prende le mosse dalle basiliche patriarcali che nelle facciate si ammantano di gestualità tra statue e colonnati, sfavillando all’interno d’oro e argento. Così in San Pietro in Vaticano la splendida confessione con il Baldacchino bronzeo nello sfondo della Gloria e sottostante la grandiosa cupola; e a fronte della meravigliosa facciata, in veste di sipario, l’apertura di una piazza circoscritta dal colonnato, simbolica immagine della Chiesa-Cristo che allarga le braccia per accogliere il mondo.
Chiese barocche e non solo
Così molte chiese si rifanno il trucco apparendoci come oggi le vediamo, splendidi ambienti realizzati in armonia con il contesto urbanistico: Santa Maria della Pace, San Carlino alle Quattro Fontane, Sant’Andrea al quirinale, Sant’Ivo alla Sapienza solo per fare alcuni esempi. Oltre alle chiese e altri monumenti di Roma famosi in tutto il mondo, non possono essere dimenticati i palazzi decorati di stucchi e iscrizioni sovrabbondanti, con superbi portali, androni con busti tra nicchie, cortili con logge e rampe di scale elicoidali, sale affrescate in funzioni prospettiche, profluvio di decorazioni sulle sovrapporte. Fino a diventare edifici in forma di cittadella, con teatro e scuderie, autosufficienti e lussuosi al massimo. Sono le grandi dimore dei Borghese, Barberini, Panphilj e Chigi intorno alle quali sorgono vere e proprie isole residenziali, chiuse a volte da catene per una sorta di extraterritorialità conquistata in piazze all’insegna del cognome della dinastia, come proprietà privata e personalmente decorate. Così la piazza Barberini, con le fontane del tritone e della Api, e la piazza Navona, con la fontana dei Quattro Fiumi, diventano veri e propri teatri che si prestano a giochi, balli, banchetti tra marchingegni scenografici, costruzioni effimere e fuochi d’artificio.

La monumentalità e i monumenti di Roma barocca non esistono senza questo fasto aristocratico, che è peraltro il riflesso del sacro, il trionfo della Chiesa cattolica espressa nella fastosità delle funzioni religiose, tra pontificati, canonizzazioni e liturgie che si riflettono negli stessi edifici a margine delle chiese, per un cattolicesimo come espressione esteriore, propaganda, manifesto di grandiosità.
Vivere e visitare Roma significa ripercorrere diverse epoche storiche ed artistiche che si intrecciano tra loro e la cosiddetta Roma barocca è solo una delle infinite sfumature della città eterna.